giovedì 22 ottobre 2015

Introduzione al lavoro con gli Antenati-la pratica della Reverenza degli Antenati

La pratica che trovate qui descritta è il fondamento della reverenza per gli Antenati-è una pratica universale che ritroverete dalla Siberia al sud Africa, dal Messico al Tibet. Onorare la memoria degli Antenati serve a purificare l'albero genealogico, benedice coloro che hanno viaggiato verso la Casa del Cielo e quanti continuano il cammino su Madre Terra.

Generalmente, questo altare con le sue offerte vengono approntati in occasione della festa dei morti, dal 31 ottobre al 2 novembre- ma va ugualmente bene per uno solo di questi giorni, come pure per una novena di preghiera precedente la festa.
Inoltre questo stesso altare viene utilizzato da quanti hanno la reverenza degli Antenati come parte del loro lavoro spirituale durante tutta la vita.

Mentre l'acqua e le candele dovrebbero essere rinnovate ogni giorno, il cibo non deperibile come grano e altri cereali andrebbe rinnovato settimanalmente o una volta al mese. Il cibo deperibile viene in genere lasciato sull'altare per tre giorni, mentre i fiori freschi vengono cambiati settimanalmente.

Come potrete comprendere leggendo la preghiera del rituale, quando si offre agli Antenati si enumera sempre quanto si sta donando e la ragione, ad esempio: "vi offro quest'acqua perché possa donarvi pace, questo pane perché possa donarvi amore e questi fiori perché il Creatore possa accordavi tutte le benedizioni di cui avete bisogno."

AVRETE BISOGNO DI:

-un panno bianco, blu o rosso da stendere sull'altare (che sarà un tavolino apposito in un angolo tranquillo e pulito della casa);

-un libricino di carta o in alternativa una serie di foglietti di carta o cartoncini sui quali scriverete i nomi di TUTTI gli Antenati della vostra famiglia, da parte di madre e da parte di padre;

-le fotografie dei vostri Antenati (sono facoltative, a vostro piacere, va bene anche se non le avete di tutti, importante è che nella foto ci sia solo la persona in questione);

-un bicchiere o piccolo catino di acqua fresca (questo bicchiere, d'ora in avanti, lo userete esclusivamente nelle vostre preghiere);

-una candela bianca in un portacandele sicuro in ceramica o metallo (anche il portacandele lo terrete esclusivamente per il lavoro spirituale);

-un piattino o coppetta con dentro grano, riso o altro cereale crudo.

Se volete, secondo la tradizione, potete aggiungere:

-un piattino di biscotti, dolci, caramelle, frutta secca e/o fresca, cioccolato, fave e altri cereali (tutti cibi senza sale), forme di pane, monete, nastri bianchi, tabacco;

-un bicchiere di vino o di anice o altro liquore;

-un vasetto di fiori freschi bianchi, gialli, arancioni o rossi;

-immagini religiose.

COME SI PROCEDE

Dopo aver lavato la zona, il tavolino e i vari oggetti (bruciate anche della salvia o incenso se volete) stendete il panno sulla superficie: sul fondo ponete le fotografie, i nomi degli Antenati ed eventuali immagini religiose; al centro il bicchiere d'acqua; davanti a voi la candela bianca. Il piatto di grano ed eventualmente quello di dolci, il vino e i fiori sistemateli come volete sull'altare.

Calmate la mente e chinate il capo in segno di rispetto.

Dopo aver acceso la candela leggete lentamente e con rispetto i nomi di tutti gli Antenati.

Dopo aver letto uno per volta tutti i nomi offrite loro una preghiera simile a questa:

"Amati Antenati; Antenati che conosco, Antenati che non conosco. Spiriti Ancestrali e Guardiani della Famiglia, sangue del mio sangue, il cui sangue scorre nelle mie vene; voi che prima di me avete camminato su Madre Terra, e che prima di me siete tornati nel Mondo dello Spirito: uno ad uno io vi ricordo tutti, uno ad uno io vi onoro tutti, uno ad uno io vi ringrazio tutti. Vi offro quest'acqua fresca perché possa purificarvi, guarirvi e colmarvi di pace e felicità. Vi offro la luce e la fiamma di questa candela bianca perché possa colmare le vostre Anime di luce, amore e gioia. Possiate essere illuminati e innalzati nel Cuore di Dio; possiate aiutare, consigliare, benedire e custodire tutte le vostre figlie e i vostri figli che sono qui su Madre Terra. Grazie, Amati Antenati."

Se volete offrite altre preghiere, come tre "Eterno Riposo", oppure dei canti sacri. Se volete restate in meditazione davanti a questo altare mandando pensieri di amore e benedizioni ai vostri Antenati. Augurate loro il bene e pregateli di benedire la terra e le vite di tutti: chiedete loro di donarci buoni pensieri, buoni sentimenti, salute e di aiutarci a fare il bene e ad amare il nostro prossimo.

Lasciate consumare la candela sino alla fine (oppure spegnetela con le dita per riaccenderla il giorno seguente).

Chinate il capo e ringraziate per concludere la preghiera.

Terminata la Festa degli Antenati le offerte andrebbero riciclate nella natura. Potete poi riporre tutto oppure mantenere un semplice altare con solamente le fotografie e i nomi, l'acqua da cambiare settimanalmente e la candela da far bruciare un po ogni giorno (se offrite preghiere quotidiane agli Antenati) oppure nel giorno della vostra preghiera settimanale. A questo, o in alternativa al bicchiere d'acqua e alla candela, potete sempre aggiungere, se volete, dei tradizionali fiori freschi.

Introduzione al lavoro con gli Antenati-la visione dell'Anima nello sciamanismo tradizionale



Ad un certo punto della nostra vita osserviamo come alcune sfide si ripresentino mese dopo mese, anno dopo anno: queste indicano quali sono le lezioni che la nostra Anima ha bisogno di apprendere, spesso con grande impegno. Da dove provengono queste sfide che siamo chiamati a vivere per poter evolvere e trovare armonia? Vengono dagli Antenati. Ciascuno di noi nasce laddove le storie personali, i talenti, le sfide e i traumi degli Antenati possono aiutare la nostra Anima nel suo cammino di crescita.

Così come il nostro corpo ripropone i tratti di sette generazioni precedenti, allo stesso modo ereditiamo parte della nostra personalità e delle nostre sfide da coloro che sono venuti prima di noi. Ma che cosa è davvero un Antenato?


Nello sciamanismo sappiamo che ogni individuo è composto da tre parti:

-da un'Anima eterna, detta anche "del respiro", celeste o di luce, che è quella parte della Grande Anima dell'universo, quella scintilla di Dio, che scende dal Mondo Superiore del Cielo per incarnarsi sulla terra e vivere una vita fisica, di modo da poter evolvere;

-da un'Anima terrena o personale, che potremmo chiamare "persona" o "identità", che iniziamo a sviluppare nel momento in cui siamo concepiti e che facciamo crescere sino al momento della morte fisica-quest'Anima contiene tutti i ricordi e le esperienze della vita che ha vissuto e dopo la morte del corpo fisico resta accanto alla famiglia e risiede nella natura;

-da un'Anima ancestrale, che dopo la morte fisica ritorna nel Mondo di Sotto, locato nel profondo della terra, e che contiene la memoria di tutte le vite che ha vissuto. Solo gli sciamani sanno come parlare con le Anime ancestrali ed eventualmente incontrarle nel loro Mondo, o riaccompagnarvi un'Anima che ha perso la strada.

L'Anima eterna è la nostra vera identità-questa viene dotata di un'Anima ancestrale e sviluppa un'anima terrena allo scopo di ritrovare la sua verità e crescere in saggezza e amore. Mentre la prima e la terza Anima, ovvero quella eterna e quella ancestrale, si reincarnano, l'Anima terrena no: questa resta perennemente nella natura, accanto ai suoi discendenti, ed è quell'energia che noi chiamiamo Antenata/o.

Un Antenato è vita venuta prima di noi, è fuoco eterno divenuto terra e sempre presente nella natura; specialmente, è l'energia che ci è stata trasmessa in questa vita, la scintilla dentro le cellule del nostro corpo, e la forza del nostro sangue. Gli Antenati sono gli spiriti che vivono dentro di noi, e attorno a noi nella natura: rispondono quando il loro nome viene pronunciato, come pure ad un pensiero fatto verso di loro, e sono resi felici dalle nostre preghiere, dai nostri gesti d'amore e dalle nostre offerte in loro onore.

Gli eventi traumatici della loro vita che non sono stati raccontati, completati e guariti, vengono trasmessi alla generazione successiva. Dunque, mediante il nostro impegno personale e il nostro amore, noi possiamo purificare e liberare i nostri Antenati e donare pace e felicità a tutta la nostra famiglia, in questo mondo e nell'altro. Loro ci assistono con amore proprio per questo: perché conoscono la nostra Anima, conoscono le sfide umane che ci troviamo ad affrontare, e dalla loro dimensione di luce possono consigliarci mediante intuizioni e sogni, e specialmente possono benedirci e proteggerci.

giovedì 15 ottobre 2015

La Profezia dell'Arcobaleno Rotante

"Quando il Tempo del Bisonte Bianco starà per avvicinarsi,la terza generazione dei figli degli Occhi Bianchi si lascerà crescere i capelli e parlerà d'amore come possibilità di guarigione per i Figli della Terra. Questi figli saranno alla ricerca di nuovi modi per comprendere se stessi e gli altri. Essi indosseranno piume e pietre e si dipingeranno il volto. Essi cercheranno gli Anziani della Razza Rossa e attingeranno alla fonte della loro saggezza. Questi figli dagli occhi bianchi saranno il segno che gli Antenati stanno facendo ritorno, all'interno di corpi bianchi ma con l'anima Rossa. Essi impareranno a camminare su Madre Terra in perfetta armonia e riformeranno le idee dei capi bianchi.

Questi figli verranno messi alla prova, proprio come nei tempi antichi in cui abitavano corpi Rossi tramite l'uso di sostanze innaturali come i superalcolici per vedere se saranno in grado di rimanere sul Sentiero Sacro.

La generazione dei Figli dei Fiori ha risposto a questa parte della profezia e alcuni di loro sono rimasti sul Sentiero Sacro. Altri si sono persi per un certo periodo di tempo e stanno ritornando ora alla vita naturale. Alcuni sono rimasti delusi e hanno dimenticato gli alti ideali che li animavano quando i loro cuori erano giovani, ma altri ancora si stanno risvegliando e riappropriando del ricordo.



Dopo il ritorno del Bisonte, la generazione seguente a quella dei Figli dei Fiori avrebbe visto l'alba del Quinto Mondo della Pace.

 

Nonna Cisi chiamava l'inizio dì questo Quinto Mondo il pony barcollante che, appena nato, cercava di stare in piedi. Ella disse che il tentennamento sarebbe stato percepito da Madre Terra e che si sarebbero verificati alcuni mutamenti nel suolo e nelle acque. Nei Figli della Terra questa oscillazione avrebbe creato un rimescolamento di emozioni e di sensazioni che avrebbero favorito l'accelerazione del ricordo. Nello Stato di Sonno e nello Stato di Sogno di questi novelli Guerrieri dell' Arcobaleno si sarebbero affacciati sogni multicolori che li avrebbero aiutati ad imparare a Camminare in Equilibrio. I mutamenti di Madre Terra avrebbero spaventato i suoi figli, ma solo per portare alla comprensione e all'unità di Un solo Pianeta -Un solo Popolo.

L'Arcobaleno Rotante apparirà nella forma di un parelio a coloro che saranno pronti per vederlo. Il parelio è un Arcobaleno a Cerchio completo attorno al sole che irradia una luce bianca nelle Quattro Direzioni. Il parelio è un fenomeno naturale molto raro. il nome (Sun-Dog, n.d.e.) è stato dato dai Nativi Americani, ma ora viene usato dagli scienziati di tutto il mondo. Durante il Tempo del Bisonte Bianco il parelio sì vedrà molte volte e questo sarà il segno nel Linguaggio del Cielo che i Sacri Insegnamenti Segreti potranno essere condivisi con tutte le razze. I Figli della Terra si prenderanno la responsabilità degli insegnamenti e il processo della guarigione entrerà in pieno fervore.

Molti ricorderanno lo scopo del loro Cammino Terrestre e impareranno a sviluppare le proprie facoltà per assistere l'umanità intera. La verità abbatterà i muri della separazione e la bontà avrà la meglio. Alcuni dettagli riguardanti i mutamenti della Terra appariranno nei sogni di coloro a cui verrà consigliato di spostarsi in luoghi più sicuri. Ad altri verrà detto che i loro talenti saranno necessari proprio nelle aree in cui si verificheranno i cambiamenti.

Ognuno dovrà fidarsi delle proprie visioni personali e seguire il proprio cuore per poter prestare il proprio servizio al piano universale. Ogni individuo sarà in grado di usare i propri talenti con gioia, prendendo parte in modo equanime all'abbondanza creata da tutte le persone che lavorano assieme.

Gli altri insegnamenti della profezia dell'Arcobaleno Rotante verranno rivelati in seguito, quando più persone si saranno risvegliate al potenziale che hanno in sé".





Profezia Seneca dell'Arcobaleno Rotante-riportata da Jamie Sams.

lunedì 12 ottobre 2015

I Guerrieri dell'Arcobaleno

“Gli antenati  narravano che esseri dalla pelle chiara sarebbero giunti dal mare orientale su grandi canoe mosse da immense ali bianche, simili a giganteschi uccelli. Le persone scese da queste grandi imbarcazioni sarebbero state anch'esse simili a uccelli, ma avrebbero avuto i piedi di due diverse forme: uno di colomba, l’altro di aquila. Il piede di colomba rappresenterebbe una nuova splendida religione di amore e gentilezza, mentre quello di aquila rappresenterebbe l’avidità per le ricchezze materiali, l'arroganza tecnologica e la perizia guerriera.

Per molti anni il piede artigliato dell'aquila avrebbe dominato perché, sebbene questo nuovo popolo avesse parlato molto della nuova religione, non tutti i visi pallidi vivevano secondo i suoi dettami; avrebbero invece artigliato gli indiani col loro piede di aquila, uccidendoli, sfruttandoli e infine riducendoli in schiavitù. Dopo aver offerto una certa resistenza a quella sopraffazione, gli indiani avrebbero perso il coraggio, finendo per lasciarsi sospingere come un gregge e segregare in territori angusti per molti, molti anni.

Poi però sarebbe venuto il tempo in cui la Terra si sarebbe ammalata a causa dell'avidità senza freni della nuova civiltà. Liquidi e metalli mortiferi, aria irrespirabile per fumi e ceneri, e persino la pioggia, anziché purificare la Terra, avrebbe riversato gocce avvelenate di piombo. Gli uccelli sarebbero caduti dal cielo, i pesci sarebbero venuti a galla col ventre per aria e tutte le foreste avrebbero incominciato a morire. Quando queste previsioni avessero cominciato ad avverarsi, il popolo indiano si sarebbe trovato al colmo della miseria, ma in seguito dall'Oriente sarebbe giunta una nuova luce e gli indiani avrebbero incominciato a ritrovare la forza, l’orgoglio e la salvezza.

La leggenda continuava dicendo che essi avrebbero avuto dalla loro molti fratelli e sorelle visi pallidi: le reincarnazioni degli indiani uccisi o ridotti schiavi dai primi colonizzatori bianchi. Sì diceva che le anime di costoro sarebbero tornate in corpi di tutti i colori, rossi, bianchi, gialli e neri. Insieme e uniti, come i colori dell’arcobaleno, costoro avrebbero insegnato a tutte le genti del mondo come amare e rispettare la Madre Terra, della cui sostanza siamo fatti anche noi umani. Sotto il simbolo dell'arcobaleno, tutte le razze e tutte le religioni del mondo si sarebbero unite per diffondere la grande saggezza della vita nell'armonia tra gli esseri umani e di questi con tutto il creato. Coloro che insegnavano questo credo sarebbero stati chiamati i "Guerrieri dell'Arcobaleno".

Pur essendo guerrieri, avrebbero contenuto in sé gli spiriti degli antenati, avrebbero portato la luce della conoscenza nella mente e l'amore nel cuore. Non avrebbero fatto del male a nessun essere vivente. La profezia terminava affermando che, dopo una grande battaglia, grazie alla sola forza della pace, questi Guerrieri dell'Arcobaleno avrebbero finalmente troncato l’opera di distruzione e dissacrazione della Madre Terra e che la pace e l’abbondanza avrebbero regnato per una lunga, felice e pacifica età dell'oro qui sulla Terra.”


riportata da Chris Morton e Ceri L. Thomas nel libro "Il mistero delle 13 chiavi", Sonzogno 1999

venerdì 9 ottobre 2015

Approfondimento: Mu e Atlantide

Mu e Atlantide furono i due grandi continenti su cui nacque e prosperò la nostra umanità nel terzo mondo; la prima situata nell'Oceano Pacifico, la seconda in quello Atlantico.
Mu, successivamente chiamata "Lemuria", era la terra madre della razza bruna, mentre Atlantide lo era di quella rossa; tuttavia, le tradizioni affermano che su entrambe fossero presenti le "razze" di tutti e cinque i colori. Sebbene le storie ci dicano che tra le due scoppiò un grande conflitto, sappiamo che la cultura di Mu era più femminile, legata all'acqua e profondamente spirituale sebbene tecnologicamente avanzata; quella di Atlantide era invece maggiormente legata al sole, più maschile e intenta nella crescita psichica, scientifica e tecnologica.


Sono gli stessi popoli indigeni di tutto il mondo a ricordare di come giunsero alle loro nuove terre fuggendo dai disastri che avevano colpito le grandi isole madri. Il resoconto del viaggio di una sopravvissuta all'inabissamento di Mu è stato tramandato oralmente dai Nativi Americani e negli scorsi anni pubblicato nel meraviglioso libro di Anne Cameron "Le figlie della Donna di Rame". Lo sciamano Zulu Credo Mutwa, nella sua raccolta di saggezza "Il canto delle stelle", racconta invece la storia di Amarava, antica madre dei popoli, come unica superstite della città di Amak-Habareth nel continente Mu.


Le migrazioni da Mu arrivarono a toccare il nord-America e la sua costa occidentale, l'America centrale e l'America del sud, l'Isola di Pasqua, l'Australia e l'Asia nord-orientale, giungendo in Tibet, India, Cina, Cambogia, Borneo, Babilonia, Egitto. Per questo troviamo la svastica, simbolo religioso nel buddismo tibetano, in uso anche tra gli Hopi e i Navajo; oppure, il culto totemico dell'Uccello- di-Tuono tanto trai Nativi nord-Americani quanto negli Indù.
 Il più famoso studioso della cultura "Muriana" fu James Churchward, ex colonnello britannico che si ritirò in un monastero del Tibet per studiare alcune tavolette antiche riguardanti un misterioso continente del Pacifico; i suoi studi vennero pubblicati nel 1926.


Le migrazioni da Atlantide arrivarono invece a toccare le coste nord-orientali dell'America del nord, del centro e del sud, le coste nord-occidentali dell'Africa e l'ovest Europeo. Etruschi, Cretesi, Egiziani sono tutti popoli discendenti dalla gente rossa giunta a più riprese da Atlantide.
 Un petroglifo del Perù vecchio di 50.000 anni mostra questa isola nel mezzo dell'Atlantico e tutti i popoli rossi riportano tradizioni spirituali incredibilmente simili; ne sono esempi il labirinto a sette braccia degli Hopi e dei Cretesi, le danze dei serpenti che tutt'oggi rivestono un ruolo sacro in alcune processioni popolari italiane, il tridente di Poseidone che orna gli astucci delle sacre pipe americane, e l'uso di calendari a spirale antioraria tipici di Hopi, Kiowa, Etruschi e Cretesi (il famoso disco di Festos).


Platone ci parla di Atlantide nei suoi dialoghi "Timeo" e "Crizia"; gli altri resoconti da parte di autori del passato provengono da Erodoto, Apollodoro di Atene, Diodoro Siculo, solo per nominarne alcuni.
 Così Platone ce ne parla nel "Timeo":


"O Solone, voi elleni non siete che bambini; non c'è tra gli elleni un uomo che sia vecchio...Siete giovani, giovani mentalmente, perchè la vostra anima non conserva alcuna antica credenza giunta a voi attraverso la tradizione, nessuna conoscenza maturata nel corso delle età. Ed eccone la causa: il genere umano è stato e sarà ancora sterminato per innumerevoli ragioni...Voi non ricordate che un unico cataclisma, e invece ve ne sono stati, prima, un numero incalcolabile. E così non sapete neppure che sulla vostra terra ha vissuto la stirpe più bella e nobile di tutta l'umanità, di cui tu e i tuoi cittadini siete i discendenti."
Questo a voi è sconosciuto perchè i sopravvissuti alla distruzione morirono senza lasciare segno, poichè non conoscevano la scrittura...[...] Poi passarono dei secoli e ci furono terribili terremoti e alluvioni e da un giorno all'altro, in modo orrendo, tutta quella eroica stirpe guerriera, senza eccezione, sprofondò nella terra, mentre l'Atlantide scompariva ugualmente, inghiottita dai flutti.
"


In "Crizia" Platone continua così:


"Per molte generazioni, e fintanto che la natura divina si perpetuò in loro, gli atlantidi rimasero fedeli alle leggi e agli dei da cui erano stati generati, in quanto possedevano davvero una grande spiritualità, che li portava alla gentilezza e alla comprensione in ogni atto della vita e nei loro reciproci rapporti. Disprezzavano ogni bene che non fosse la virtù, senza curarsi della loro prosperità, né di tutte le loro ricchezze in oro e preziosi, che anzi parevano un peso per loro. Il lusso non li corrompeva, né il potere faceva loro perdere il controllo, in quanto capivano, in uno stato di semplicità e di calma, che i beni crescono soltanto nella mutua amicizia aiutata dalla virtù e scompaiono invece quando l'uomo li brama troppo per sé; allora non solo la ricchezza scompare, ma crollano anche gli antichi valori. Quando invece la parte divina che era in loro cominciò a offuscarsi e troppo spesso venne confusa con altro, e quest'altro essendo di origine mortale, la parte mortale in loro a poco a poco prese il sopravvento; allora, incapaci di reggere la loro fortuna, ne divennero indegni. Erano ormai tutti gli uomini dominati da brame di potere e di avarizia...Una nobile razza stava degenerando miseramente. Zeus decise allora di punirli, come era giusto, allo scopo di riportarli all'equità e al pentimento. Chiamò allora a convegno tutti gli dei nella loro stupenda dimora, che essendo posta al centro del cosmo consente di guardare la terra dall'alto in ogni direzione. E una volta che furono riuniti disse loro..."

Gli indigeni di Eleusi, famosa per la scuola dei misteri dedicata alla Grande Madre, insieme agli altri popoli di cultura egea, furono tra gli eredi mediterranei della tradizione proveniente dalle grandi isole che facevano parte del regno di Atlantide. L'isola di En'N, il cui nome significa "origine" era abitata da un popolo dalla pelle rossa e dai capelli scuri, da cui discendono le tribù delle Cicladi, di Creta, della Turchia, dell'Albania e della Grecia meridionale e delle altre isole egee. La seconda isola è Aryas, da cui provengono Irlandesi, Celti e Ariani. Aesyr, precedentemente chiamata Ea, era abitata da un popolo con pelle e capelli bianchi da cui discendono gli scandinavi. Un'altra importante isola era chiamata Thrithun e su di essa viveva un popolo antichissimo discendente dalle prime tribù native (questo nome, in particolare, diventerà altamente significativo alla fine del nostro viaggio quando parleremo della civiltà di Triteria).

La gente bianca, chiamata "gagan", abitava la parte nord-orientale dell'isola; essa mostrò una grande abilità nella medicina e nell'invenzione di macchine atte a facilitare il lavoro. In aggiunta, i bianchi impararono ad utilizzare luce solare, cristalli e colori per promuovere il benessere fisico. Purtroppo l'equilibrio venne a mancare presto.
Le macchine li allontanarono dalla Madre Terra, la danneggiarono, e i bianchi usarono queste loro competenze per assoggettare le altre culture. Il loro senso di superiorità era rivolto non solo agli altri popoli ma alla terra stessa, che iniziarono a vedere come sporca; a questo punto i gagan vennero ribattezzati "Aga Oheda", ovvero "coloro che temono lo sporco". Iniziarono così a ricoprire la terra con una sostanza bianca dura come la pietra (tipo asfalto) che distrusse la Natura allontanandoli sempre di più dalla terra, e continuarono a costruire macchine e tecnologie allo scopo di uccidere.


I Nativi Seneca ci ricordano quello che Madre Terra pensò e fece: "Gli esseri a due gambe che sono miei figli hanno sempre avuto il dono della libera volontà. Fu una scelta che essi fecero, quella di tagliare le radici che trasmettevano loro ciò che per diritto di eredità gli spettava. Le acque dell'inondazione purificheranno il peccato oggi commesso, ma le conseguenze della loro distruzione vandalica si faranno sentire nei mondi a venire e passeranno in eredità alle future generazioni...L'inondazione si ripeterà sull'Isola della Tartaruga ogni qualvolta verranno spezzati dagli Esseri a due gambe i sacri legami della vita e dell'uguaglianza."

Che queste parole possano indicarci la direzione da seguire nell'immediato futuro.

Le vicende della precedente umanità, il loro modo di vivere, il loro sviluppo tecnologico, le loro guerre e la loro spiritualità, non solo vengono tramandate dai popoli Hopi, Maya e Incas, ma anche da quelli del nord-Europa sino al sud-Africa, e sono ugualmente riportate nelle scritture vediche della tradizione Induista.

giovedì 8 ottobre 2015

"Dimenticata nel Tempo" e "Mondo Completo": storia del Terzo e del Quarto Mondo

Il terzo mondo, chiamato "Dimenticata nel Tempo", corrisponde all'era di Mu e Atlantide, di cui leggerete a breve.
L'umanità di questo mondo, ancora più materialista e disarmonica, costruì grandi città e si fece prendere sempre di più da progetti tecnologici e scientifici; sino a che il loro modo di vivere gli rese impossibile mantenere vivi "i canti di lode a Dio", la comprensione della vita come spirituale e divina.
Alla separazione dal Creatore ereditata dal primo mondo, e all'avidità ereditata dal secondo, nelle terre del terzo mondo maturarono un uso sregolato e decadente della sessualità, la creazione di macchine che sostituissero il lavoro umano e di armi da guerra (questo è il "Karma" che anche il nostro attuale mondo ha ereditato e che noi dobbiamo impegnarci a guarire). Di queste armi, quella maggiormente ricordata dagli Hopi è chiamata "pàtuwvota", un disco di metallo capace di volare nell'aria, raggiungere rapidamente una città lontana e colpirla.
Creatività e tecnologia senza una comprensione divina della vita, senza la necessaria saggezza per farne un buon uso, fecero dilagare lo spirito della corruzione nell'animo di troppi abitanti di quelle isole chiamate Mu e Atlantide, luoghi da cui tutta la gente rossa d'America ricorda di provenire.
Atlantide venne definitivamente distrutta da un grande diluvio, registrato ad esempio nella Bibbia e nei testi sumeri, circa 12.500 anni fa. Gli accadimenti di Atlantide e Mu sono ricordati e tramandati dai popoli indigeni di tutto il mondo. Dall'Africa all'America, i nomi e le storie dei saggi, di coloro che avevano ancora il cuore colmo di canti, sono ricordati. A loro venne detto di costruire arche di legno in cui rinchiudersi, con acqua e cereali, sinché le maree del diluvio non fossero scemate, conducendoli poi su nuovi lembi di terra.

Quando i nostri Antenati raggiunsero la terra del quarto mondo, quello in cui noi attualmente stiamo vivendo, Sòtuknang disse loro: " Sul fondo del mare giacciono tutte le fiere città, i pàtuwvota volanti, e i tesori terreni corrotti dal male, e quelle persone che non trovarono tempo di cantare lodi al Creatore dalle cime delle loro colline. Ma verrà il giorno, se voi preserverete il ricordo e il significato di questa vostra Emersione [nel quarto mondo ndt], in cui queste tracce emergeranno di nuovo per provare la verità di cui parlate."
Nel quarto mondo, chiamato "mondo completo", Sòtuknang disse ai nostri Antenati di separarsi nelle quattro direzioni e di andare a vivere là dove le loro stelle li avrebbero condotti: una "stella", muovendosi lentamente nel cielo, indicò loro la direzione da seguire. Questo venne fatto perché noi potessimo reclamare tutta la terra come dono del Creatore. Infine ci disse di mantenere aperte le nostre "porte" per poter ricevere l'aiuto delle divinità e dei buoni spiriti.

A prova dell'autenticità della saggezza di cui avete letto, dal 1998, nelle profondità dell'oceano Atlantico, sono state rinvenute diverse piramidi, all'epoca di provenienza misteriosa; in questi ultimi anni, piramidi e resti di città e cinta murarie sono state rinvenute su diversi fondali. Infine, terre un tempo sprofondate stanno riemergendo a largo dei mari. Proprio mentre scrivo questo paragrafo nuove piramidi sono state trovate sul fondo dell'oceano!

Nella storia, nella cosmologia e nelle profezie dei popoli indigeni sono riportate le descrizioni di questi mondi e delle umanità che li abitarono. Tutte affermano che stiamo vivendo la fine del quarto mondo, che mancano pochi istanti al passaggio, e che in futuro ve ne saranno almeno altri tre, prima di ritornare nel cuore del Creatore per poi ricominciare a vivere in altri mondi.

mercoledì 7 ottobre 2015

"Spazio Senza Fine" e "Oscura Mezzanotte": storia del Primo e del Secondo Mondo


La storia che state per leggere venne divulgata dai Nativi Hopi, il più antico popolo indigeno dell'America, ma potrebbe ugualmente esservi trasmessa dai custodi di saggezza dell'Africa e del Tibet, dagli aborigeni Australiani, dalle scritture della tradizione Induista, dalla mitologia della culture Egizia e Greca, solo per nominarne alcune. Questa storia parla dei mondi e delle umanità che ci hanno preceduto; ci restituisce il nostro passato, guida il nostro presente e illumina il nostro futuro. 

Secondo gli Hopi l'umanità venne creata in un tempo molto lontano da Sòtuknang, figlio della Divinità Creatrice Taiowa, insieme alla Donna Ragno, lo Spirito Femminile del nostro pianeta. Essi crearono le prime donne e i primi uomini, una coppia per ogni colore, e li mandarono nelle quattro direzioni per popolare il mondo, per custodirne la natura, per essere felici e colmare il vento di lodi al Creatore. 

Il primo mondo venne chiamato "Spazio Senza Fine". La prima gente era consapevole di essere figlia della Madre Terra e del Padre Sole, e di essere parte di una più ampia famiglia cosmica. 
Numerose civiltà del mondo ricordano la prima umanità dei tempi lontani come esseri quasi eterici, data la grande spiritualità che veniva loro dall'avere consapevolezza dei centri vibratori del corpo umano. Essi infatti sapevano che così come la Madre Terra possiede un albero centrale e diversi centri energetici, anche loro, in quanto emanazione della Terra stessa, erano dotati di un asse centrale e di sette principali centri vibratori. Il primo centro, situato sulla sommità della testa, era conosciuto come "la porta" per entrare in comunione con Dio. 
La prima umanità viveva nella pace e nella grazia, comunicava telepaticamente, parlava chiaramente con gli animali e non conosceva la malattia. Quest'ultima giunse quando il livello vibratorio delle persone iniziò a scendere mentre essi si dimenticavano del Creatore, del loro essere spirito, e mentre si occupavano di cose sempre più materiali. Dimenticandosi di essere nati per portare avanti il piano della Creazione aprirono la strada ai problemi. 
La gente iniziò a guardare con diffidenza coloro che parlavano diversamente e a sentirsi superiore in virtù del colore della pelle; si separarono dagli animali e poi gli uni dagli altri, vivendo nella diffidenza e credendo che solo un popolo fosse in possesso della verità divina. 
In ciascun popolo un piccolo gruppo di anime rimase fedele agli insegnamenti originari della Creazione; costoro furono scelti da Sòtuknang per essere salvati dall'imminente distruzione e per ricostituire un nuovo mondo. Egli li fece entrare nella terra e poi ordinò al fuoco di purificare il pianeta. Il primo mondo finì in questo modo perché i nostri Antenati dimenticarono l'Unità della Creazione.
I sopravvissuti del primo mondo vissero qualche tempo nel sottosuolo insieme al "Popolo delle Formiche", esseri generosi che donarono ospitalità e cibo agli esseri umani. Quando Sòtuknang tornò disse alla gente di emergere nel nuovo mondo, completamente diverso, che lui aveva creato per loro, e aggiunse: "Ricordate il vostro Creatore e le leggi che vi ha dato. Quando vi sentirò cantare lodi di grazia a Lui saprò che siete miei figli, e sarete vicini a me nei vostri cuori."



Il nome del secondo mondo era "Oscura Mezzanotte". Vennero costruiti villaggi, dove la gente radunava cibo e beni a cui però si attaccavano sempre di più, sino a che il desiderio di possesso portò a numerose guerre. 

Ancora una volta, un gruppo di esseri umani continuò a cantare grazie al Creatore e Sòtuknang li sentì attraverso i loro centri vibratori e i centri della Terra. Così chiese al Popolo delle Formiche di accogliere nuovamente quegli esseri umani rimasti fedeli alle leggi della Creazione. Infine ordinò ai poli magnetici del pianeta di invertirsi: le montagne crollarono e l'acqua purificò il secondo mondo.
Per la seconda volta Sòtuknang bussò al Kiva, all'ingresso del regno di sotto, e disse ai nostri Antenati: "Cantate in armonia dalla cima delle colline. Quando non vi sentirò cantare lodi di grazia al vostro Creatore saprò che siete ritornati al male di nuovo."

martedì 6 ottobre 2015

2012-2017: la transizione verso il Quinto Mondo

Il solo modo per sopravvivere è attraverso la preghiera. Possiamo fare molte, parlare di molte cose, ma senza quella preghiera non ci riusciremo.” -Grandmother Beatrice Long Visitor Holy Dance

Il 21 dicembre 2012 il nostro pianeta e il sole si sono allineati perfettamente con il centro della galassia, luogo da cui il sistema solare ha avuto origine, andando a transitare nella zona denominata “equatore galattico” e segnando la conclusione di un grande ciclo cosmico di circa 26.000 anni e l’inizio di uno nuovo.
E’ questa la conclusione del calendario a cui la cultura Maya faceva riferimento, e che i media occidentali hanno completamente male interpretato e deriso. Tutti noi dobbiamo un ringraziamento speciale alla gente Maya per aver custodito e trasmesso questa saggezza per il bene di tutti.

Questo passaggio è una transizione che richiede del tempo, in cui l’essere umano potrà decidere se scegliere ancora una volta la strada del materialismo, la strada senza Dio, che questa volta lo condurrà però all’estinzione (in pochissimi anni e per mezzo del fuoco), o se scegliere quella della pace, la strada con Dio, che ci porterà ad un rinnovato mondo di consapevolezza, felicità e amore.
La durata di questa transizione è di cinque anni e avrà termine nel 2017.

In questi anni la terra transiterà in una fascia dell’universo nota come banda dei fotoni, dalla quale riceverà ( e sta già ricevendo) costantemente energia perché il pianeta e l’umanità possano purificarsi ed evolvere. In questi cinque, o secondo alcuni sette, anni di transizione, ciò che accadrà dipende dal cuore umano, dal tipo di emozioni che sperimenteremo.
Il cuore umano e il campo elettromagnetico terrestre vibrano alla stessa frequenza; questo significa che il cuore, in grado di emettere un campo elettromagnetico 5.000 volte più potente di quello emesso dal cervello, proietta tutto ciò che sente su quello strato di energia che circonda il pianeta, che è “responsabile” degli avvenimenti fisici e climatici che avvengono sulla superficie della terra. Più gli esseri umani sperimenteranno emozioni di pace, di amore, di unione e di armonia prendendosi cura di sé stessi, degli altri e della Madre Terra, più il tempo della transizione sarà dolce e semplice.
Di contro, se essi non muteranno i loro sentimenti nei confronti della vita e di Madre Terra, allora i cambiamenti saranno drastici e vedranno soltanto una parte di umanità arrivare alla fine della transizione.

In questi anni ricorderemo che non solo siamo figli della terra, ma anche parte integrante di lei e sua estensione. I pensieri e le emozioni prodotti dagli esseri umani vengono registrati dal pianeta, che poi irradia le stesse frequenze ricevute andando ad influenzare profondamente non solo l’andamento climatico ma anche quello psichico della persona e di tutta la società.
Il messaggio di questo tempo di transizione è che abbiamo la possibilità e il potere di decretare che cosa accadrà, a livello ambientale, sociale e spirituale, oltre il 2017.

La via per co-creare questo nuovo mondo è la preghiera seguita dall’azione, dal “camminare le proprie parole”. Non dobbiamo attendere un miracolo esterno o che qualcuno venga a salvarci: la profezia del Quinto Mondo si realizza attraverso il risvegliarsi della nostra consapevolezza di vera Umanità, e crea la nuova realtà mediante il potere della preghiera seguita da una azione concreta.

Il nostro cuore è l’estensione del Cuore dell’universo. Noi siamo l’estensione vivente di Dio: siamo co-Creatori. Dio, che è Padre e Madre, vede attraverso gli occhi del nostro cuore, ama attraverso il nostro corpo, respira nei nostri sogni.
La preghiera altro non è che una vibrazione, una intenzione emessa dal cuore e sostenuta dalla mente, proprio come dalle potenti vibrazioni del cuore della galassia prendono forma le stelle, i pianeti, la natura e tutti gli esseri viventi.
La preghiera nasce dal realizzare internamente l’unità che esiste tra tutte le cose. La Grazia che colma l’Anima a seguito di questa consapevolezza è la Madre; l’essere originario e silenzioso che risiede nel suo Cuore è il Padre.

Che cosa accade quando preghiamo? Quando la preghiera nasce dalla comunione silenziosa e profonda con il Creatore interiore, il Grande Spirito che è in tutte le cose, il Padre e la Madre, allora  stiamo pregando “con e per tutti gli esseri dell’universo”, stiamo manifestando il potere della co-creazione, illuminando il buio e tessendo la tela secondo la Sua Volontà.
Tutte le tradizioni spirituali affermano che la chiave della transizione è contenuta nel potere della preghiera; così, se offriremo il fiore della preghiera, la Grande Madre, che è l’Anima di tutta la Natura, ci sorriderà e il suo sorriso ci aprirà la porta di un nuovo mondo.

Sull’importanza del cuore e sulla nascita del nuovo mondo, così si esprime la Profezia Hopi: “La salvezza arriderà a chi ha la pace nel cuore, essendo il cuore il vero rifugio contro la morte. Coloro infatti che non hanno preso parte alla divisione ideologica del mondo entreranno nel Quinto Mondo, siano essi Neri, Bianchi, Rossi o Gialli. Tutti loro saranno Uno: fratelli e sorelle, perché nel Quinto Mondo i beni materiali verranno distrutti da quelli spirituali. Sotto il loro potere si creerà un solo mondo, una sola nazione, un solo potere, quello del Creatore. Il Quinto Mondo è già cominciato. Le sue fondamenta sono state posate dagli umili di tutte le nazioni, di tutte le tribù, di tutte le minoranze razziali.”

Come Figlio del Tuono, il mio messaggio è di avere il coraggio di camminare sulla strada della nostra Anima, di tornare a vivere insieme nel grembo verde-azzurro della Madre Terra, di pregare dal cuore secondo quanto Dio, il  Cuore di tutti, desidera. Amate la terra e tutte le vostre Relazioni, così amerete il Creatore.




photo by Orin Zebest https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.0/

lunedì 5 ottobre 2015

Il Cuore dell'Universo e il potere della Preghiera


"Non è l'uomo che prega Dio
ma è Dio che prega l'uomo
di volerlo accogliere."  -Jean Lafrance, sacerdote

Se potessimo, in questo istante, levarci in volo sopra il nostro pianeta, inizieremmo a sentire un dolce canto di donna provenire dalle buie profondità del cosmo: questo canto misterioso è la voce del Creatore.

Dio non è un principio astratto, ideale, filosofico, ma una vera e propria realtà. In un remoto luogo dell'universo il Creatore ha manifestato sé stesso e dato inizio alla Creazione: questo luogo, conosciuto in alcune tradizioni indigene col nome di Grande Sole Centrale, è il Cuore dell'Universo.

Il Cuore dell'Universo è il luogo sacro nei cieli dove il Grande Mistero ha manifestato la Sua Volontà d'Amore e dal quale diffonde il Suo Infinito Spirito di Grazia.

Coloro che conoscono la tradizione Cristiana delle origini, o quella Induista, e hanno letto i vangeli apocrifi riconosceranno nel Cuore dell'Universo il "Padre" Altissimo che sta nei cieli, e in "Grazia" la Madre, la Grande Anima che permea l'intera Creazione.

L'antico insegnamento indigeno del Grande Creatore, che ha centro in ogni luogo e periferia da nessuna parte, trova conferma in quanto oggi sappiamo sul nucleo di energia presente nel cuore di ogni essere vivente e su quello presente al centro della Madre Terra e del Padre Sole.

Sappiamo che l'energia presente nel nostro cuore è uguale a quella presente nel cuore della terra, poiché abbiamo misurato che il campo elettromagnetico prodotto dal cuore e quello prodotto dalla terra vibrano alla stessa frequenza. E questo è vero anche per il cuore e il campo elettromagnetico del sole (che però gli scienziati non possono misurare per ovvie ragioni!)

L'impulso di energia presente in tutte le cose è ciò che sino ad ora abbiamo chiamato "Volontà d'Amore", mentre il campo elettromagnetico da esso prodotto è "l'infinito Spirito di Grazia"-entrambi originano e sono la manifestazione del Grande Mistero che è il Creatore, Dio.

In ciascun essere umano, in ciascun essere vivente, in ogni terra, in ogni sole, in ogni galassia e in ogni grande sole attorno a cui ruotano le galassie è presente sempre la medesima Fonte di Vita che li ha generati: sempre la stessa! Per questo il simbolo di Dio è l'occhio che tutto vede, perché il Creatore è onnipresente, dalla scintilla dell'atomo alla montagna, dal fiore alla più grande stella, dall'oceano più profondo sino al cielo più alto e in tutto ciò che tra di essi si trova!

La Creazione, di cui noi siamo parte ed espressione, è una grande ragnatela di vita e di sacre relazioni, tutte tessute dalla mano del Grande Mistero.

Così come il Grande Sole Centrale dà vita alle cose dell'universo mediante le sue potenti vibrazioni, allo stesso modo il nostro cuore dà forma alla realtà in cui viviamo a partire dalle emozioni che proviamo.
Questo è il grande segreto della preghiera: la preghiera altro non è che l'intenzione, la vibrazione, il sogno che abbiamo nel cuore.

Poiché noi siamo Figli di Dio, nel nostro cuore è contenuta la medesima potenza del Creatore. Purtroppo molti esseri umani non sono "coscienti", cioè non prestano ascolto a questa preghiera interiore. Ma essa resta dentro, in attesa di essere ascoltata e accolta perché il Creatore possa donarci le Sue benedizioni.

Nel Cuore è contenuta tutta l'energia necessaria alla nostra vita. Le mancanze di cui soffriamo non sono punizioni divine ma il diretto risultato della nostra ignoranza e del nostro rifiuto di Dio.
Chi non si sente amato in realtà non accoglie l'amore che il Creatore gli manda da dentro; chi vive in ristrettezze economiche ignora la ricchezza che da sempre si trova dentro di lui e che è l'appagamento di ogni desiderio.
Nel momento in cui noi ascoltiamo tutto l'amore che esiste nel nostro spirito, allora incontriamo l'anima gemella; nel momento in cui riconosciamo in noi la Fonte di ogni bene, allora i soldi necessari ad una vita serena trovano il modo di arrivare a noi. Ogni mancanza, nella vita, è sempre e solo una mancanza di fede.

Ma il dono più grande della preghiera, ovvero dell'ascolto della preghiera che Dio ha seminato nel nostro cuore, è la pace. I conflitti cessano, arrivano la comprensione e la compassione, impariamo a sentirci fortunati e felici per quanto è nella nostra vita, cresciamo in fiducia e umiltà. Ma tutto ciò non si può spiegare con le parole: solo la vostra pura esperienza della Divinità del Cuore potrà far comprendere alla vostra Anima la bellezza infinita della confidenza in Dio: è come aver trovato Casa.

Se noi siamo gli artefici della realtà che ci circonda, cosa succede quando ignoriamo Dio? Cosa accade quando le sole emozioni che proviamo sono la rabbia e il dolore? E' così che nascono le catastrofi ambientali, le guerre e le malattie: non è il castigo di un dio lontano ma risultato di quanto abbiamo nel cuore.

Più tempo passiamo in preghiera e più la pace colma la nostra anima, la natura si fa pura e armoniosa, il nostro prossimo diventa felice e l'umanità prospera sotto il sorriso soddisfatto di Dio.

Quando accoglieremo la Volontà d'Amore del nostro cuore, la Grazia infinita ci restituirà alla splendente presenza di Dio.

sabato 3 ottobre 2015

Sogno di bambini

In occasione della vigilia della festa di San Francesco d'Assisi, il Santo poverello patrono di Italia, condividiamo una preghiera semplice che restituisca all'anima la sua dimensione bambina, la sua semplicità, la sua purezza d'intenti.

San Francesco è grande nel ricordare al mondo in cammino la bellezza dell'umiltà; umile, da "humus", terra, significa essere puro e generoso come la Madre Terra. Per questo l'umiltà è la virtù più apprezzata dal Creatore, perché tutte le cose che lui ha creato e reso partecipi della sua grandezza necessitano di estrema umiltà per poter vivere nella pace e crescere nell'armonia.

L'essere umano cessa di essere umile quando dimentica il suo sogno di bambino, il sogno che giace sepolto nel cuore.
Vi ricordate quando sognavamo di vivere in una capanna nella foresta, di bere ad una fonte cristallina, di passare le giornate distesi nel grano e la notte sotto i miliardi di stelle? Camminiamo ancora nel nostro sogno di bambini? Se la risposta è no, mettetevi in cammino dentro di voi e recuperatelo!

Nel silenzio della contemplazione della natura, il seme di questo sogno si ridesta alla vita e la speranza fiorisce in noi. Il Grande Mistero ci chiede di avere fede nel sogno del nostro cuore, nella nostra preghiera interiore; ci chiede di aver il coraggio di difenderlo dalle tempeste dell'ego e dell'artificiosità moderna, e la costanza di prendercene cura ogni giorno perché possa dare frutto nella sua stagione.

Possiate avere a cuore il vostro sogno di bambini!


Preghiera di Umiltà

"O Altissimo Creatore della Vita
e di tutte le Relazioni
la cui voce odo nel vento,
il cui volto scorgo nel fuoco,
il cui amore sento nell'acqua
e la cui generosità vedo nella terra;
concedimi un luogo di questa terra
in cui vivere pacificamente:
un fiume a cui bere,
un campo di cui mangiare,
una casa per ripararmi,
una veste semplice,
la possibilità di prendermi cura degli altri,
di vivere umilmente sotto il Tuo cielo,
sempre felice,
sino a che mi darai giorni
da vivere su questa terra.
Poi, Ti prego, accoglimi nella Tua casa immensa
fatta di libertà e di bellezza senza fine,
dove insieme alla mia famiglia io possa sederTi accanto
in un Cuore solo
e renderTi grazie."

venerdì 2 ottobre 2015

Il Fuoco delle Stelle

Le nostre anime hanno mosso i primi passi su questa Madre Terra molto e molto tempo prima di quello che oggi gli studiosi ritengono. Secondo le tradizioni indigene custodite da alcuni sciamani noi siamo arrivati su questo pianeta circa 18.000.000 di anni fa. Sebbene la nostra "specie" sia relativamente più giovane, ovvero nata 750.000 anni fa, sappiamo per certo quale fu la prima azione compiuta dai nostri antenati: accendere un fuoco.

La nostra anima ha un costante bisogno di ricordare la sua origine divina, la Fonte che l'ha generata, e può farlo davanti ad un sacro fuoco. Perché il fuoco è un cuore che arde-è il cuore dell'universo e anche il nostro cuore; il fuoco è il Figlio dell'Altissimo e la Creazione è cominciata con lui.

Con gli occhi davanti al fuoco, e l'attenzione rapita da qualcosa di inafferrabile, la nostra anima intuisce la Sacra Unità che è insieme Padre e Madre di tutto l'universo visibile e invisibile.
Così la fiamma non è più una fiamma qualsiasi ma diventa in verità il flusso d'amore che emana dal nostro cuore; e la caverna o la notte stellata non sono più la caverna o la notte stellata, ma diventano l'Infinito Spirito di Grazia che avvolge ogni cosa e che scorre da cuore a cuore.
La Volontà d'Amore è il Padre, lo Spirito di Grazia è la Madre, ma nel cuore che contempla il fuoco della creazione, essi tornano ad essere una Sacra Unità.
E mentre ci dimentichiamo di noi stessi, del nostro passato e della nostra maschera sociale, noi ora sappiamo solo una cosa: che siamo Suoi Figli.

Che il Grande Mistero ci aiuti a rimanere sempre vicini al Cuore della Creazione.

giovedì 1 ottobre 2015

Il Creatore: volontà d'amore

Il Creatore di tutta la vita si trova nel cuore dell'universo e nel cuore di ogni creatura vivente; i Nativi insegnano: il Grande Mistero ha centro ovunque e periferia da nessuna parte.
Dio è la volontà d'amore che crea e sostenta ogni forma di vita: è Padre, volontà, e Madre, amore.
Il Creatore Padre e Madre è la volontà d'amore che si trova nel cuore di tutte le creature viventi.

Tra il Creatore e le sue creature non esiste separazione, poiché Egli è come l'aria che tutti respirano-per questo nelle tradizioni antiche le piume degli uccelli sono un suo simbolo.

Nel suo immenso amore il Creatore ci ha creati liberi, liberi di scegliere se e quanto uniformarci alla sua volontà d'amore, la quale, nonostante la nostra libertà, resta sempre e comunque dentro di noi, come fondamento del nostro essere, e dalla quale l'anima non può prescindere. Per questo la nostra coscienza sa sempre se una scelta è positiva, costruttiva, armoniosa oppure negativa, distruttiva, squilibrante.

L'amore eterno del Creatore è testimoniato dal Padre Sole, che illumina e riscalda tutti indipendentemente dalle azioni buone o cattive che possiamo compiere, e dalla Madre Terra, che sostenta e nutre tutti i figli con la medesima generosità.

Il nostro essere in grazia di Dio consiste dunque in questo: scegliere di amare il prossimo.

Il Buon Dio di tutti parla in ciascuna creatura e a ciascuna creatura in modo unico, per cui a ciascuno è dato un modo unico di amare il prossimo. Scegliere di amare significa rispettare ogni figlio nella sua unicità di carattere, storia, scelte, e significa specialmente prendersene cura. La volontà d'amore presente dentro di noi è lo scopo della nostra anima, il nostro servizio al mondo.

Per comprendere la volontà d'amore della nostra anima sono necessari lungo silenzio e profonda contemplazione della natura, la quale fungerà da specchio della nostra anima. Questa ricerca avviene dentro, tra il cuore e l'anima, tra la creatura e il Creatore, e ha come testimone la Grande Madre Terra. E' importante che la Madre testimoni questa ricerca poiché è in lei che il destino di ciascuno prenderà forma, inserendosi nella trama delle Relazioni. Il Padre Sole veglierà e benedirà la ricerca dall'alto, in quanto Maestro dell'Amore incondizionato.

E' nel comprendere quale sia la nostra volontà d'amore che troviamo il senso della nostra vita, il nostro cammino verso la felicità-specialmente, in essa troviamo il cammino verso la Fonte.
Scegliere di aderire alla volontà di Dio per noi, come intuita nel cuore, significa "convertirsi": dedicarsi al fiorire della propria Umanità sino a farla diventare frutto della piena Divinità.

E' come se il nostro Cuore ci chiedesse qualcosa. Ed è rispondendo ogni giorno con un fiducioso e volenteroso "si" che il piano divino del Creatore dell'universo si rivela e procede attraverso l'esistenza di ciascuno di noi.

Che il Signore vi mostri il suo volto, che il suo sorriso materno vi colmi di vera luce.

Basta una candela!

Esiste un Creatore.

Come si può mettere in dubbio la presenza dell'Artefice delle albe e dei tramonti, delle grandi cascate, delle ricche foreste, degli immensi campi.
Ogni giorno, davanti agli occhi di tutti, il Grande Padre Sole diffonde la sua luce e il suo amore vitale indistintamente sui buoni e sui cattivi, sui credenti e sugli atei, sui santi e sui peccatori. Ogni cosa nella natura è la chiara prova di un amore infinito, magnifico e tangibile che esiste realmente e che possiamo sentire dentro di noi.

Il problema nasce quando viviamo lontani dalla Madre Terra, perché questo significa essere separati dalla Fonte, dalla Grazia, dalla Pace; e il cammino per trovare Dio nel proprio Cuore, che la natura rende tanto più semplice, finisce col diventare molto più arduo (anche se non impossibile!). Chi non crede nel Creatore non è mai stato nella Terra.

Come si fa a rimanere in comunione con questa Fonte di tutto? E' molto semplice: basta una candela! Il Fuoco è stato il primo Figlio dell'Altissimo-è la manifestazione stessa del Grande Spirito, della sua Luce e del Suo Amore: laddove sta il Fuoco sta Dio.
Vi ricordate quanto il fuoco vi attirava da bambini? Quanto era magico e ricercato? Il fuoco è il centro delle cerimonie indigene, colui che unisce la terra al cielo e che ascolta le preghiere dei cuori di tutto il mondo. Il fuoco è la fiamma delle candele che offriamo agli Esseri del Cielo, ai Santi, ed è il nostro modo prediletto per pregare.

Il fuoco è l'elemento sacro per la preghiera della gente Europea (in America l'elemento è la terra, simboleggiata dal tabacco; in Africa è l'Acqua e in Asia l'aria dell'incenso).

Per cominciare a riconciliarsi al Creatore basta una candela. Accendetela, tenete le mani giunte sul cuore e ascoltate la preghiera che vi viene da dentro. Chi non riesce a sentire la volontà del Creatore deve cominciare con la preghiera della Gratitudine, dove ringraziamo per la vita, per la Madre Terra, per la casa e la famiglia, per la salute, per i doni degli antenati, per la speranza nel futuro, ecc.
Quando pregate il bene davanti alla fiamma di una candela, la vostra intenzione va nella scintilla elettrica presente in ogni singola cellula del vostro corpo; va nei circuiti elettrici delle città, va nelle foglie degli alberi, nelle spighe del grano, si aggiunge alla rapidità della cascata, entra nell'acqua, nelle nubi del cielo, arriva al Padre Sole: così il Padre la ridona alla Madre Terra in benedizione del mondo intero.
 Pregate, non lasciate passare giorno senza farlo. Spegnete la candela con le dite per usarla nuovamente domani.

Che Dio nostra Madre vi sorrida sempre e vi faccia crescere puri, umili e buoni come i fiori dei campi.

mercoledì 30 settembre 2015

Mi hanno chiamato "Figlio del Tuono"

Mi chiamo Andrea Silletti e sono un uomo di Medicina.

"Figlio del Tuono" è il nome spirituale che ho ricevuto a tredici anni da coloro che hanno guidato il mio cammino sino ad oggi; questi mi hanno chiesto di ricordare alla gente gli "insegnamenti delle origini", ovvero le storie sulle nostre origini cosmiche, le profezie sul nuovo mondo di pace, e il nostro potere di arrivarvi mediante la preghiera del cuore.

Ho ricevuto i primi insegnamenti di sciamanismo tradizionale da entrambe le mie nonne e da altre parenti della mia famiglia; successivamente ho studiato la storia e le pratiche dello sciamanismo siberiano, africano, andino, messicano e infine di quello europeo, apprendendo da insegnanti e anziani di diverse tradizioni e nel 2006 sono stato riconosciuto come sciamano da esponenti delle tradizioni Americane.

Nel 2008 ho ricevuto la formale iniziazione come uomo di medicina dallo spirito del Peyote. Dopo la Visione ricevuta durante una cerimonia ho dedicato il mio cammino ad aiutare le persone a entrare in comunione con il Creatore attraverso le vie indigene della preghiera, e ho condiviso con loro le storie sulle nostre origini divine e sul ritorno imminente della nostra famiglia delle stelle.

La mia vita è dedicata alla preghiera, alla scrittura, alla medicina della terra e all'ascolto di coloro che hanno bisogno di aiuto per ritrovare il proprio cammino. Tengo incontri individuali e cerchi di saggezza e di preghiera in tutta Italia.