mercoledì 7 settembre 2011

Alba di un nuovo giorno


Vorrei condividere con voi i miei pensieri su come dovrebbe essere vissuta l'alba di un nuovo giorno.
Si dice che quando il sole sorge e la terra, come giovane donna lo saluta, noi dovremmo essere svegli ad accoglierli per poter essere benedetti dal loro potere rigenerato.
Sappiamo per certo che tanto della nostra salute viene proprio dall'armonia coi cicli della luce: perchè non torniamo a levarci con l'alba e al calare col tramonto?
Ora per molti non sembra possibile, perchè ci sono troppe cose da fare, perchè non te lo lascerebbero mai fare, ma presto questa tornerà ad essere la nostra natura.
Tutti i popoli antichi, al risveglio, salutano, pregano e onorano Madre Terra con una offerta: una piccola buca nel terreno viene scavata e alcune foglie o un sorso di libagione vengono dati alla Dea. E' per la vita del nuovo giorno che si ringrazia, per la nostra casa, per il cibo che abbiamo, per la salute, per coloro che sono con noi. Si prega Madre Terra di benedire il nuovo giorno perchè sia abbondante, felice e guidato dalla saggezza degli Antenati.
Quando iniziamo la nostra giornata pregando la Madre, facendole un'offerta, mandandole energia o cantando una canzone sacra, stiamo riconoscendo la Divinità che è nella vita, intorno a noi, e stiamo contribuendo a trasformare il mondo che conosciamo in un mondo nuovo, di pace.
Insieme a Madre Terra si onorano tutti gli Antenati: gli Spiriti degli Animali e della Natura, gli Antenati che conosciamo, quelli che non conosciamo, e i Popoli delle Stelle nostri progenitori. Di nuovo, la preghiera per la loro felicità e il nostro benessere viene accompagnata da una libagione d'acqua o altro liquido, dall'accensione di una candela bianca, da un canto.
Abbiamo riconosciuto Madre Terra e Padre Sole, sappiamo dove ci troviamo; abbiamo ricordato le nostre radici ed esse ci hanno ridato nutrimento, ricordandoci da dove veniamo. Ora abbiamo l'energia per camminare nella vita, sul sentiero della bellezza, diverso per ciascuna Anima. Dopo aver salutato il nuovo giorno il popolo prende la sua strada.
Un liquido caldo scalda e riattiva il nostro corpo e un pane di cereali, o un dolce, o della frutta ridanno forza al nostro corpo; il miele ci risveglia e ci dona energia con la sua dolcezza.
L'acqua fresca viene attinta ogni mattino dalla fontana del paese e i nostri corpi e i nostri vestiti vengono lavati con un sapone fatto in casa. Nessuno versa del chimico ammorbidente nell'acqua che nutre la terra da cui proviene il nostro cibo; nessuno ride perchè i vestiti non sono stirati o una maglia presenta un foro. Siamo cambiati, perchè ci siamo ricordati che la cosa più importante è proteggere la natura, non creare spazzatura, e così ogni cosa che facciamo è compatibile col nostro ecosistema e sostenibile da Madre Terra. La cosa meravigliosa è che ogni cosa viene fatta in modo sacro.
Il lavoro della giornata, nei campi, è benedetto dal cielo e dall'abbondanza: quest'ultima è il Dono di Dio per essere tornati alle vie indigene in modo pacifico. I frutti della terra sono il nostro cibo, non più un commercio inquinante e degradante fatto di pesticidi e plastica. A stento ricordiamo cosa sia il cancro.
Donne, uomini, bambini, Anziani, animali, tutti insieme trascorriamo la vita penetrati dall'armonia della natura, dalla sua purezza, avvoltati dalla bellezza della creazione e dal canto delle stelle.

"Si dovrà andare avanti. Letteralmente. Basterà trovare appena quel poco di coraggio necessario ad allungare un piede sul niente e camminare.[...]
La salvezza arriderà a chi ha la pace nel cuore, essendo il cuore il vero rifugio contro la morte. Coloro infatti che non hanno preso parte alla divisione ideologica del mondo entreranno nel Quinto Mondo, siano essi Neri, Bianchi, Rossi o Gialli. Tutti loro saranno Uno: fratelli e sorelle, perchè nel Quinto Mondo i beni materiali verranno distrutti da quelli spirituali. [...]
Le sue fondamenta sono state posate dagli umili di tutte le nazioni, di tutte le tribù, di tutte le minoranze razziali."                                  
Enzo Braschi, Vicini alla Creazione

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